L'Università di Genova, insieme ad altre università e istituti di ricerca italiani membri della rete SAR – Scholars at Risk Italy, aderisce alla richiesta della rete SAR – Scholars at Risk international, alla campagna di Amnesty International e all’appello della CRUI per fermare l’esecuzione e ottenere l’immediata scarcerazione del dott. Ahmadreza Djalali, ricercatore iraniano, detenuto in carcere in Iran dal 25 aprile 2016.
Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore conosciuto e stimato a livello internazionale, esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria, ha lavorato con diverse Università, tra cui il Karolinska Institutet di Stoccolma dove ha completato il suo dottorato, la Vrije Universiteit di Bruxelles e l’Università del Piemonte Orientale, dove ha contribuito alla creazione del Centro di ricerca in emergenza e disastro (Crimedim). In Italia ha partecipato anche a un progetto di ricerca per la valutaizone del livello di preparazione degli ospedali nelle situazioni d'emergenza.
Durante la detenzione e il processo, Ahmadreza Djalali non ha potuto difendersi liberamente, è stato torturato psicologicamente e fisicamente ed è stato privato delle cure mediche necessarie in considerazione delle sue deteriorate condizioni di salute. Il recente trasferimento presso il carcere Rajai Shahr ha reso imminente l’esecuzione della condanna.
SAR Italia ha scritto all’ambasciata iraniana in Italia chiedendo la scarcerazione del dott. Ahmadreza Djalali per motivi di salute, invitato CRUI a intervenire presso la stessa ambasciata e avvisato degli sviluppi le senatrici Cattaneo e Binetti che hanno seguito le attività di advocacy di SAR.
La FIDU – Federazione Italiana per i Diritti Umani ha chiesto di appoggiare una petizione indirizzata all’alto commissario europeo Borrel, chiedendo una presa di posizione da parte delle istituzioni europee.
Il Presidente della CRUI, prof. Ferruccio Resta, ha risposto all'appello inviando una lettera (disponibile in allegato) all’Ayatollah Ali Khamenei a sostegno dell’immediato rilascio di Ahmadreza Djalali.
L’Università del Piemonte orientale organizza, attraverso il Crimedim, una Maratona di scienziati, professori e ricercatori che porteranno un loro messaggio in diretta streaming (collegamento al terzo link utile) a partire dalle ore 15 di mercoledì 9 dicembre fino al termine degli interventi.
Al momento si sono prenotati 101 relatori, provenienti da Italia, Argentina, Australia, Belgio, Canada, Colombia, Etiopia, Francia, Giappone, India, Irlanda, Israele, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera. Con queste premesse, la maratona potrebbe diventare una no-stop di 24 ore.
Seguire l’evento, anche per poco, è l’atto concreto che ognuno può attuare per dimostrare la propria solidarietà per Ahmad e sottolineare che la scienza e la ricerca devono rimanere libere da ogni condizionamento politico.
La richiesta di Scholars at Risk international al primo link utile.
L'appello di Amnesty International Italia al secondo link utile.